Lezione 8, Argomento 1
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Come costruire nella mente della persona film dei quali vogliono essere attori protagonisti

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Le parole condizionano i nostri stati d’animo e hanno il potere di attenuare le sensazioni non positive amplificando quelle positive. Trasformando il nostro vocabolario e imparando a usare parole ad alta energia e maggior carica emozionale, possiamo cambiare la realtà.

Esistono parole ad alta e bassa energia. Le prime creano una realtà virtuosa, bella, coinvolgente mentre, le seconde, producono esattamente l’effetto contrario e creano cicli viziosi che contaminano anche l’ambiente.

Le parole ad alta energia vibrano ad una frequenza più alta e creano stati di benessere nelle persone. È stato scientificamente dimostrato che i pensieri a bassa energia (tristezza, sensi di colpa, ecc.) indeboliscono il sistema immunitario ed espongono le persone a contrarre malattie.

È opportuno ricordare che, quando etichettiamo qualcosa o qualcuno con un termine, creiamo emozioni corrispondenti: quindi stai attento a come comunichi con le persone e sii consapevole che, le parole che utilizzi, possono creare parte della loro identità, soprattutto nei più deboli, come i bambini.

Un altro ambito in cui le parole possono avere effetti devastanti è quello della malattia. Gli studi e le ricerche della psico-neuro-immunologia, la scienza che studia gli effetti della nostra psiche sull’organismo, confermano come le parole che usiamo producano in noi reali effetti biochimici.

Questi studi dimostrano come spesso il paziente, non appena viene a conoscenza della propria diagnosi, cioè nel momento in cui al suo disturbo viene applicata un’etichetta, peggiori immediatamente identificandosi con gli effetti della malattia.

Parole come «cancro», «diabete», «sieropositivo», «sla», «sclerosi multipla» tendono a creare ansia profonda e panico nei pazienti, con conseguenti stati depressivi che riducono notevolmente l’efficacia del sistema immunitario.

Al contrario, gli stessi studi hanno rilevato che quest’ultimo reagisce molto più positivamente se al paziente viene comunicata la diagnosi con un linguaggio differente, che eviti la disperazione e la depressione provocata da certe «etichette».

Masaru Emoto, saggista ed esperto giapponese di medicina alternativa, ha svolto diversi esperimenti che dimostrano come la coscienza umana sia in grado di modificare la struttura molecolare dell’acqua. Emoto illustra le sue scoperte con fotografie di cristalli di acqua esposti a variabili diverse (come preghiere, musica di vario tipo, parole gentili o offensive etc.), in seguito congelati per formare strutture cristalline.

Le strutture cristalline sottoposte a stimoli positivi (con parole dolci, musica classica etc.), risultano armoniche e simmetriche, mentre se sottoposte a stimoli non positivi (come programmi TV violenti o parole disdicevoli), si presentano informi e caotiche.

Il ricercatore sviluppò anche una serie di test per verificare l’interazione fra memoria dell’acqua e musica, dimostrando che quest’ultima è in grado di energizzarla: se l’Heavy Metal determinava infatti una struttura cristallina disorganizzata, la sinfonia n° 40 di Mozart dava vita a una meravigliosa forma geometrica. Scoperta che darebbe ulteriore credito alla musicoterapia e alla sua efficacia su pazienti affetti da qualche forma di ritardo mentale o disordini cerebrali di varia tipologia.

Comprendere il vero potere delle parole ti renderà più sensibile e consapevole, con te stesso, con gli altri e con il mondo che ti circonda.

Le parole che adoperiamo comunicano messaggi importanti ai nostri interlocutori, stimolando in loro sensazioni e comportamenti precisi. Secondo te c’è differenza nel dire «dovrai affrontare una situazione difficile», rispetto a «dovrai affrontare una situazione impegnativa»?. Oppure, percepisci una differenza a livello di sensazioni tra «complicato» e «complesso»?

Alcune parole hanno il potere di «aprire» a nuove possibilità, altre a «chiudere», inibire e limitare possibili scenari diversi. Alcune parole «danno valore» alla comunicazione altre «tolgono valore», sottraggono energie all’interazione.

Un’altra parola depotenziante è «problema». Quando le persone dicono: «Ho un problema», ne parlano con tristezza, con ansia, come se avessero un macigno pesante che grava sulle loro spalle.

Quando sul luogo di lavoro accade una anomalia, secondo te cambia qualcosa se il team leader, rivolgendosi al suo team, si esprime dicendo: «Abbiamo una nuova sfida da affrontare» oppure: «C’è una situazione che dobbiamo risolvere» invece che «Abbiamo un Problema» oppure «Ragazzi è successo un disastro»?

LINGUAGGIO DI PRECISIONE E PROBLEM SOLVING

Fare chiarezza, mettere a fuoco la situazione da affrontare o l’esigenza per comprendere e conoscere tutto ciò che occorre per risolverla.

Raccogliere tutte le informazioni utili per comprenderne la natura ed essere ben equipaggiati per affrontarla.

Quando si raccolgono le informazioni bisogna evitare generalizzazioni e parole imprecise come: mai, sempre, tutto, nessuno, ognuno, qualunque, disfunzione, incorretto, impreciso etc.