I conflitti non sono tutti uguali, né possono essere gestiti come se fossero simili.
Per esempio, un conflitto con un cliente deluso e arrabbiato è molto diverso da un attrito con il proprio capo o un collaboratore.

Per la stessa ragione, alcuni conflitti si verificano quando le persone non riescono a mettersi d’accordo su come fare una certa cosa, mentre altri possono celare situazioni di malafede. Le cause che accendono un conflitto possono essere:
- Situazioni di competizione
- Tipo di rapporto e di relazione tra i soggetti coinvolti
- Affermazione di potere e autorità
- Mancanza di collaborazione
- Diversa percezione del problema
- Interessi e bisogni diversi
- Antipatie
- Incomprensioni
- Valori, principi o obiettivi discordanti
- Emozioni e sentimenti differenti
- Differenze di approccio, metodo o stile

Come detto in precedenza, un conflitto di per sé non è né buono, né cattivo ma, a seconda delle dinamiche esistenti in un’interazione, possiamo distinguere:
- Conflitto costruttivo
- Conflitto distruttivo
Nel caso del conflitto costruttivo, l’obiettivo della comunicazione tra i soggetti coinvolti è trovare punti di incontro, anziché insistere sulle divergenze.
Gli interlocutori sono disposti ad ascoltare le opinioni altrui e sono pronti e disponibili a dimostrarsi collaborativi. Le differenze di opinioni sono considerate arricchenti e il clima è basato sul reciproco rispetto.
Nel conflitto distruttivo, invece, gli interlocutori cercano di imporre le loro idee, piuttosto che esporle. Il clima è competitivo e manca la disponibilità all’ascolto.
Il processo collaborativo è completamente assente e l’obiettivo è dimostrare di avere ragione, senza ricercare un fine comune e condiviso.